Classic Camera Black&White #103
nelle migliori edicole
Classic Camera Black&White è l’unica rivista per chi ama la fotografia su pellicola e il bianconero, una rivista di alta qualità di stampa.
In questo numero:
Evoluzione Noctilux
Gli obiettivi per le
Leica vengono battezzati con dei nomi che ne indicano la luminosità massima. Il
nome Summicron, ad esempio, viene coniato nel 1951 per indicare gli obiettivi
con luminosità massima f/2, mentre il nome Summilux viene coniato nel 1959 per
indicare gli obiettivi con luminosità f/1.4. Questa luminosità viene superata
nel 1966 con il Noctilux-M 50mm f/1.2.
Nel 1976 viene messo in produzione il Noctilux-M 50mm f/1, che nel 2008 cede il posto al Noctilux-M 50mm f/0.95. Il nome “Noctilux” sembra quindi limitato alla focale da 50mm, ora però le cose sono cambiate e Leica ha annunciato il nuovo Noctilux-M 75mm con luminosità massima f/1.25..
Grandi Mostre: W. Eugene Smith: il progetto Pittsburgh
W. Eugene Smith è uno
dei padri della fotografia documentaristica; la combinazione di innovazione,
integrità e maestria tecnica ha reso il suo lavoro uno standard di riferimento
per il fotogiornalismo. Non era un personaggio facile; lavorò per Life, ma con
la rivista ebbe un rapporto conflittuale. Quando il giornalista Stefan Lorant
gli affidò l’incarico di realizzare in tre settimane 100 fotografie della
Pittsburgh contemporanea per un libro di celebrazione del bicentenario della
città, Smith se ne lasciò coinvolgere e realizzò quasi 17.000 fotografie per
quello che sarebbe stato il saggio fotografico più ambizioso della sua vita
“Story of an American City”. Come con Life, Smith entrò in conflitto sul
controllo artistico anche con Lorant; alla fine gli consegnò le stampe
richieste ma poi andò alla ricerca di un editore. Alla fine pubblicò una
selezione delle fotografie in 38 pagine del Photography Annual 1959 e scrisse
personalmente il testo di presentazione ….
L’epoca del collodio umido in Italia
E’ attorno al 1848 che
risalgono i primi tentativi riusciti per la sostituzione delle negative su
carta con le negative su vetro. Due erano i metodi in concorrenza e quello che
ottenne il maggiore successo commerciale fu quello al collodio, che gradatamente
soppiantò sia il dagherrotipo che il calotipo. Dalle negative su vetro si ricavano delle
stampe positive, generalmente per contatto. Questa tecnica permetteva di
realizzare immagini molto dettagliate e in brevissimo tempo divenne la
preferita sia dagli studi dei ritrattisti che dai fotografi che operavano
all’aperto.
Pubblichiamo un grande
numero di immagini dei principali fotografi dell’epoca.
Leica M3 Nere, l’importanza della finitura
Il collezionismo di
fotocamere si nutre, oltre che della rarità intrinseca degli oggetti
(fotocamere, obiettivi ed accessori) anche delle loro diversità di tipo
estetico. Ad esempio, lo stesso modello, realizzato in centomila esemplari, la
maggior parte con la finitura cromata argento ed in poche migliaia con la
finitura nera, ottiene sul mercato del collezionismo valutazioni diverse anche in
funzione della rarità della finitura.
La produzione delle
Leica M3 inizia nel 1954 col numero di serie 700.000 e prosegue fino al 1966
con oltre 225.000 esemplari prodotti, di cui solo una esigua parte viene
rifinita con la verniciatura nera.
Wetzlar. Leica e drammatici anni della fine della guerra
Il 5 dicembre 1944 è la
data in cui, secondo la maggior parte dei libri, sarebbe avvenuta l’ultima
spedizione bellica di corredi fotografici della Leitz e riguarderebbe il lotto
finale delle Leica IIIC-K grigie militari, incise W.H. (Wehrmacht Heer) sulla
calotta.
La nostra analisi degli archivi Leitz, tuttavia, ha fatto emergere come la
notizia non sia per nulla attendibile: infatti, nel mese di marzo 1945, sono
documentate diverse spedizioni di Leica IIID, inviate precisamente nei giorni
3, 16 e 27 marzo (due giorni prima dell’entrata degli americani a Wetzlar!).
La duplicazione del negativo tramite interpositivo.
I due stadi
(interpositivo e negativo finale) rispondono a due obiettivi differenti.
L’interpositivo deve riprodurre l’originale il più fedelmente possibile in
termini di distribuzione tonale. In questa fase non ci si preoccupa del
contrasto e della densità, ma anzi si punta ad ottenere un negativo a basso
contrasto e ampia scala tonale dato che la stampa verso lith incrementerà molto
i contrasti. Il secondo stadio serve quindi a generare un negativo finale
controllando contrasto e densità per ottenere il risultato voluto.
Come si effettua il ritocco di una stampa
Ritoccare una stampa
fotografica è una procedura che richiede una certa pratica, ma che permette di
recuperare stampe apparentemente inutilizzabili. Sono disponibili prodotti
dedicati: vediamo come usarli.