Seppure la Nikon D3400 non sia così diversa rispetto ai modelli che l’hanno
preceduta, il giudizio resta favorevole. In fondo offre tutto l’essenziale al
fotografo. D’altra parte, le evoluzioni tecniche più recenti hanno riguardato
perlopiù aspetti non strettamente fotografici (GPS, Wi-Fi, Video 4K), funzioni comunque
escluse da un apparecchio di base; le altre evoluzioni tecniche più
significative degli ultimi due anni hanno tutte riguardato le mirrorless, per
permettere loro di superare le limitazioni intrinseche delle quali soffrivano
nei confronti delle reflex, in particolare l’autofocus e il mirino.
L’impressione che si trae dall’uso della D3400 è quella di uno strumento
valido e complessivamente equilibrato. Tra i punti di forza spiccano la
rapidità di accensione (0,18 secondi) e il ridotto ritardo di scatto (0,078
secondi): valori da fotocamera professionale. Efficace anche l’autofocus a
rilevamento di fase, seppure non particolarmente evoluto come numero di punti
AF.
Come prestazioni negative segnaliamo l’autofocus in Live View, lento e poco
sensibile, e la durata della batteria, nettamente inferiore alle aspettative e
a quanto dichiarato dal costruttore.
Un altro limite della D3400 è l’esigenza di obiettivi motorizzati per disporre
dell’autofocus.
Le prestazioni vanno comunque rapportate alla categoria e al prezzo dell’apparecchio e come reflex entry level è certamente competitiva. Possiamo dire che prima di trovare dei veri limiti alla Nikon D3400 occorre diventare dei buoni fotografi.