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Progresso Fotografico 35: Il paesaggio bianco nero

Codice articolo: PF35
Disponibilità: Disponibile

Libri
Autore Editrice Progresso
Editore Editrice Progresso
Formato 210 x 285mm
Lingua Italiano
Pagine 100

Opzioni disponibili

9.90€
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Descrizione

Il paesaggio è da sempre uno dei generi fotografici più amati, e il bianconero è il linguaggio preferito dalla Fine Art.

Questo numero di Progresso Fotografico unisce l’alta qualità degli autori ad una guida tecnica evoluta per padroneggiare al meglio la ripresa.

Innanzitutto la composizione, che non richiede solo un buon equilibrio tra i vari elementi che compongono l’inquadratura, ma deve tener conto anche della sensazione di tridimensionalità della scena. Poi ci sono gli aspetti più tecnici, come la questione dell’esposizione che deve considerare il tipo di elemento sensibile usato; la pellicola infatti consente un maggior recupero nelle luci, mentre per il sensore è l’opposto.

In ogni caso bisogna avere padronanza del proprio strumento per estrarne il meglio e in queste pagine cerchiamo di offrirvi una serie di suggerimenti utili per risolvere le principali problematiche. La tecnologia digitale aiuta parecchio, si pensi alla possibilità di espandere la latitudine di posa del sensore, ma occorre sempre una chiara visione di quello che si vuole ottenere, altrimenti tutto si riduce ad una esibizione di capacità tecnica.

Dalla ripresa alla stampa. E la stampa può essere quella classica in camera oscura, oppure digitale, ma sempre è apprezzabile se di alta qualità; l’irruzione del digitale ha anche aperto la porta alle contaminazioni più diverse tra le due tecnologie, cosicché oggi si può scattare in digitale e stampare su carta baritata, ma anche il contrario, sfruttando tutte le potenzialità esistenti.

Per approfondire questi temi abbiamo intervistato Jacopo Anti e Gianni Romano, due esperti stampatori che forniscono molti consigli utili. La stampa poi è parte integrante del sistema zonale di Ansel Adams; questa potrebbe sembrare una tecnica fuori del tempo, eppure ci permette di capire che la fotografia richiede prima una fase di progettazione, poi l’esposizione e quindi la stampa, e che queste fasi non sono indipendenti l’una dall’altra. Capire le “zone” di Ansel Adams ci rende consapevoli dei limiti dell’elemento sensibile e questa consapevolezza ci permette di sfruttare al meglio i nostri strumenti, siano essi la pellicola o il sensore.

Tra gli autori pubblicati spicca Michael Kenna, uno dei mostri sacri dell’attuale fotografia Fine Art, ma anche altri, pur essendo meno noti, sono fotografi di grande qualità e le loro opere una preziosa fonte di ispirazione. 


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